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13 giugno 2013

Tiziano Schiocchet: un anticipo del suo secondo romanzo


Ecco un racconto – una splendida anticipazione – dal secondo libro di Tiziano Schiocchet.

Uscirà tra pochi mesi. Intanto ecco questo assaggio che il tecnico che ha conquistato grandi soddisfazioni con gli Allievi del Belluno ha concesso al Calciobellunese. “Fa parte del mio secondo libro " La sfera e l'ovale " un romanzo che parla di rugby e calcio che spero esca per dicembre 2013...”.

 L'ultima partita del vecchio mister !

 

Di tutte le partite del campionato, quella che il vecchio Mister aspettava, era una, una soltanto , con vera bramosia di vendetta e aspirazioni omicide malcelate la attendeva al varco.

 Non per la forza degli avversari o per l’ira dei tifosi, ma solo perche’ a guidare la squadra dc’era inspiegabilmente non esonerato da anni, quel damerino di allenatore di Fiorello Manubrio.

 Il vecchio Mister comunista lo odiava piu’ di ogni cosa al mondo, piu’ dei politicanti di destra del nord, piu’ di un due di picche, di una telefonata alle due di notte, lo odiava dal piu’ profondo dell’anima, lo avrebbe volentieri investito se solo ne avesse avuto l’occasione.

 Il Fiorello Manubrio rappresentava per lui vecchio mister autodidatta calcistico, l’incapacita’ raccomandata, il tierapiedismo assoluto.

 Si sa per certo infatti che il posto di allenatore al Fiorello Manubrio gli era stato offerto, come per altro per le altre squadre che aveva immeritatamente allenato, gli era stato offerto dicevamo, dopo l’annuale incontro della madre procuratrice con il presidente ,voci di spogliatoio s’intende.

 Privo di qualsiasi senso dell’umorismo e incapace di decisioni proprie, si faceva dettare la formazione dalla mamma, dotato di un fisico a dir poco ridicolo a sua insaputa, si pavoneggiava esibendo un’abbigliamento attillato elegante di firma e scarpe laccate nere che stridevano con l’eschimo verde e

 gli stivaletti usati del vecchio Mister

 In panchina, era vomitosamente ossequioso con arbitro e guardalinee, non disdegnando di enfatizzare volutamente il comportamento a suo dire maleducato del mister avversario, in quel caso del vecchio Mister.

 Guardava le proprie riserve con sprezzo giudicandole una sorta di inadatti alle sua guida.

Ma la cosa che piu’ faceva andare in bestia il vecchio Mister, era la voce di Fiorello Manubrio; fastidiosissima, acuta ma stonata, come il vino che sa di tappo, come la mozzarella andata a male, come il clacson di un apecar o una sirena castrata di ambulanza, come una vuvuzela, insomma fastidiosissima come il Fiorello Manubrio.

“Caspitina ! “ strozzava Fiorello Manubrio con la sua vocina stridula dalla panchina ogni qualvolta il vecchio Mister blaterava qualcosa in un misto dialetto siculopantesco,

 Quel giorno, come capitava di rado , pioveva, si giocava al Comunale , al porto vecchio ,il piccolo bunker sabbioso di solito simile ad un parcheggio asfaltato era diventato un letamaio fangoso dal quale uscirne era impresa da sub.

 Il Vecchio Mister doveva fare punti, uno almeno si sperava, mancavano solo due giornate alla fine e un punto ci voleva, per non retrocedere, per non retrocedere di fronte all’odiato Fiorello Manubrio.

 Il vecchio Mister non dormiva da giorni, aveva fatto baruffa in settimana con tutti i parenti e amici rei secondo lui di non appoggiare la squadra a dovere, di non capire l’importanza storica del momento ,aveva dato un calcio anche al cane.

 La squadra del Manubrio reduce dal solito insipido campionato, era tranquilla a meta’ classifica, non aveva niente da dire ormai in quest'annata calcistica: ma Fiorello Manubrio si. Era nella posizione morale che piu’ prediligeva, quella dell’aguzzino, lui poteva rovinare il vecchio Mister.

 Entrando in campo non si salutarono, questo era scontato , e mentre sulla fronte del vecchio Mister le vene erano ingrossate come torrenti di sangue in piena e le rughe moltiplicate come pani e pesci, sulla faccia di Fiorello Manubrio era spuntato un sorrisino beffardo e insinuante.

 La partita vera era tra le panchine, l’aria era pesante, molecole di odio calcistico e morale si mescolavano come in una caldera prima dell’eruzione e si scontravano sulla linea di metacampo creando dei vapori funesti.

 Novantesimo, manca un giro di lancette, gli altri ottantanove minuti solo botte e insulti a mo’ di disfida medievale, novantesimo: il centravanti avversario figlioccio di Fiorello Manubrio e suo discepolo simula vigliaccamente un fallo entro l’area su una rude ma corretta entrata.

 L'arbitro ci casca, novantesimo minuto, zero a zero .Rigore.

 “Caspitina ? “stridula sogghignando Fiorello Manubrio.

 Il vecchio Mister e’ immobile, le macchine del rimorchiatore al porto ferme, improvvisamente anche il mare si calma, i gabbiani si posano, il vento si nasconde sugli spalti, immobilita’ totale.

 Di fronte,con la sfera sul dischetto il vile figlioccio n 9 del Fiorello Manubrio e in porta Gaspare Basone Zanolli n 1 del Pantelleria, Gaspare Basone Zanolli ,secondo portiere detto la piovra.

 Finta, contro finta , parte il tiro, raso fango verso destra , il portiere ingannato si butta verso sinistra, la palla sta per varcare la linea dell’infamante retrocessione ma la forza e’ poca, da damerino come il Fiorello Manubrio, e la sfera si impantana, Gaspare Basone Zanolli la Piovra si tramuta in salmone che risale la corrente, si contorce in volo da terra si avventa e afferra il pallone sulla linea ,si rialza abbraciando la sfera, si sente il fischio finale, salvi.

 I giocatori si abbraciano, si buttano gioiosi nelle pozze di fango del Comunale, mandano baci alle mamme e alle donne in tribuna.

 Il vecchio Mister che non aveva avuto il coraggio di guardare, intuisce il fatto, ancora immobile sulla panchina , si alza, poi con assurda calma si toglie l’eschimo, l’assurdo dolcevita blu in misto acrilico, si sistema i pantaloni al cavallo, si volta ma solo con la testa dalla parte di Fiorello Manubrio, lo guarda e in canottiera bianca di cotone da operaio al grido

 “Caspitina” parte di rincorsa verso di lui e gli sferra un gancio sinistro, sul naso e si avvia ridacchiando verso gli spogliatoi leccandosi il sangue sulle nocche della mano, sinistra..

 Il pubblico applaudente lo saluta per l'ultima volta.

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