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18 gennaio 2013

Danilo | La sua ultima intervista

Ecco un’intervista a Danilo De Giuliani che Mattia Capraro realizzò il 31 dicembre 2011, pochi giorni prima della morte di Danilo. In questo interessante scambio di battute De Giuliani ricordava la nascita di www.ilcalciobellunese.it e la sua carriera da portiere, ed esprimeva considerazioni sul calcio in provincia di Belluno. 



“Se no i e mati, no i volemo”. Avevo chiesto a Mattia Capraro un pezzo sul campionato di Seconda R e più in generale sul nostro calcio. Ed invece mi arriva quest’intervista, che, ecco l’introduzione dialettale, è fatta … a me. Perché no, mi sono detto! Se le mattane non le facciamo noi portieri, chi mai potrebbe farle?
(Mattia Capraro) www.ilcalciobellunese…2012.it? Certo che si! E allora basta con i pronostici per Maggio/Giugno dell’anno appena iniziato, basta con le sgambate amichevoli che contano come il 2 di spade, basta con i buoni propositi per i play off, i play out e quant’oltre. C’è l’anima di un sito di calcio bellunese che si merita il palcoscenico una volta tanto e allora via con l’intervista al Nostro Danilo De Giuliani:
- Ciao Danilo, innanzitutto buon 2012 e complimenti per questa “piattaforma” di calcio bellunese da te ideata. Da dove è partita l’idea e quali le prospettive future per questo sito?
Ero in Certottica, Longarone, quattro anni fa, , nella pausa di un corso, e su un giornale ho letto un commento diciamo improbabile su una partita che avevo visto il giorno prima. E mi sono chiesto: Ma sarà possibile in qualche maniera rompere il monopolio della carta stampata? E ci ho provato, dopo due settimane i visitatori erano una ventina. Oggi siamo a 50 mila visite mensili (dal 1° di settembre ad oggi, feste di Natale comprese, sono 201.000), non poco mi pare di poter dire. Per il futuro, mi piacerebbe ampliare lo spazio, gradualmente, per le giovanili, il calcio a 5 e per il femminile. Se c’è qualcuno che leggendo questa intervista, si offre, sarà il benvenuto.
- Riviviamo un po’ la tua carriera calcistica, quando ancora i palloni erano di “curan” e i campi in terra battuta…
Lascia stare la carriera. Diciamo la cronaca del rapporto tra il calcio e il sottoscritto. Sai che mi ricordo ancora a Lambioi, dove adesso c’è (anzi c’era) la Locanda, esisteva un campo in sabbia con le porte fatte da tre pali che provenivano dagli alberi cresciuti là attorno. Noi giovani, avevo 12 anni, arrivavamo verso le due, tutti i giorni che il buon Dio mandava in terra, e attendevamo il nostro turno, che arrivava solo quando i “veci” se ne andavano, uno alla volta, e lasciavano il posto a qualcuno. Era buio quando tornavamo a casa.
Ho iniziato a fare sul serio al Belluno esordienti, anno ’61 o giù di lì, con Mister Bonansea e giocavo centravanti. Poi a Borgo Piave, dove abitavo, Armando De Bona ha fondato l’Us Piave e, mancando il portiere, mi sono messo io tra i pali… e non ho più cambiato. Dal Piave al Castion il passo è stato breve. In Seconda Categoria un anno solo e poi il salto a Conegliano, dove ho sommato 127 presenze, sono il secondo portiere della storia gialloblù, giocate tra la Serie D di allora che era la Quarta Serie e cioè l’attuale Lega Pro Due, e quella che è stata la Prima e poi la Promozione, cioè la Quinta Serie. Poi a Messina, dove abbiamo vinto il campionato di D, ma non è andata benissimo quell’anno per me. E allora, trovato un lavoro, sono tornato in su, a Santa Lucia nell’attuale Eccellenza e poi a Cavarzano, dove ho smesso a 35 anni.
- La partita che ricordi di più?
La partita che ricordo più volentieri… sono tre. Quella dell’esordio in D contro la Saici di Torviscosa, quella in cui siamo andati a vincere a Treviso di fronte a settemila persone e il derby a Belluno, che abbiamo perso per 1-0 con gol dell’amico Gigi Gaiotti di testa nella porta verso il Serva.
- Chi è il giocatore più forte con cui tu abbia mai giocato?
Bella domanda, forse Giorgio Mognon, che poi è stato anche mio allenatore, un centravanti che aveva il suo punto forte nel colpo di testa. Quando giocava col Como l’ho visto segnare contro il Valdagno un gol da fuori area, di testa appunto.
- E oltre a te, il portiere più forte che hai incontrato?
Lascia stare me. Ho avuto la fortuna di far parte anche della Rappresentativa Triveneta della Serie D che ha disputato a Figline Valdarno il Trofeo Mancini (secondo era Zambelli dell’Alense terzo Paolo Galli del Treviso) e lì ho incontrato fior di portieri. Ma forse il più forte è stato Bepi Fongaro, che poi mi ha sostituito quando sono andato a Messina, e che nell’ultimo mio anno di D a Conegliano, era a Pordenone. Purtroppo è venuto a mancare l’anno scorso, a nemmeno sessant’anni.
- Cos’è cambiato nel calcio d’oggi rispetto, che so, a quello di 15-20 o 30 anni fa?
Intanto il seguito, io giocavo di fronte a 4/5000 spettatori di media con punte di 8/9000, ora è grasso che cola se si arriva, in D, a 500, un decimo di allora. Ora è certamente più atletico, più “sofisticato” dal punto di vista tattico, con preparatori e staff tecnici che coadiuvano l’allenatore. Allora c’era sicuramente meno professionalità di adesso, ma c’era anche più spirito di gruppo, che è rimasto pressochè intatto anche a distanza di anni, tant’è che ogni tanto noi ex del Conegliano ci troviamo per una rimpatriata per non dimenticare … che la cittadina in riva al Monticano è la regina del prosecco, e ti giuro, è difficile dimenticarlo.
- Cosa manca a questo calcio bellunese o, eventualmente, cosa c’è di migliorabile in questo calcio definito di “montanari”?
Ecco, questa è una domanda su cui potremmo dibattere per ore senza giungere ad una conclusione. Proviamo ad iniziare col dire che il bacino di utenza è quello che è, la nostra è la meno popolata delle province venete con i suoi 213.000 abitanti contro, per fare un esempio, i 934.000 di Padova. Continuiamo col ricordare che le condizioni logistiche sono quelle che sono e finiamo col ribadire che la mentalità è quella che è, cioè attaccata al campanile, e non è una brutta cosa in assoluto, ma spesso tarpa le ali ai giovani che potrebbero fare il salto di qualità se potessero approdare alle società guida della provincia. Detto questo, resta da ribadire quanto vado dicendo sul sito da quando è nato: ci sarebbero pure i giocatori di qualità (non moltissimi, per la verità) per tenere in piedi una società che faccia da traino al movimento calcistico provinciale, ma molto spesso danno la precedenza agli studi ed al lavoro, e non sono certo da biasimare per questo. Ma tale fenomeno porta alla conseguenza che per restare in D (o, meglio ancora, nelle leghe professionistiche) e comunque al vertice, occorre pescare fuori provincia. Inoltre c’è poco dialogo (non do assolutamente giudizi su chi ne porti la responsabilità) tra le varie realtà locali. Cosa si può fare: aggregazioni per migliorare senza rinchiudersi in isolamenti dannosi.
- Da portiere quale sei stato, una definizione del “personaggio” che per anni hai ricoperto e dei “personaggi” che oggi lo ricoprono…
Da sempre si imputa al portiere di essere un po’ matto. In qualche modo è vero, perché occorre una buona dose di pazzia (quella del tutto ..veniale, mi raccomando) per sopportare critiche, che spesso sono immotivate o fatte da persone che nemmeno sanno cosa significhi il ruolo. E ci vuole una buone dose di pazienza da parte dei preparatori nel sentire commenti dalle tribune che sono lontani anni luce dalla verità tecnica. Detto questo, è indubbio che un portiere debba avere doti atletiche di tutto rispetto, capacità di concentrazione al top, personalità per guidare la difesa e soprattutto una gran voglia di prepararsi. Senza il lavoro settimanale, non si va da nessuna parte.
- Quali ad oggi i migliori portieri bellunesi in attività?
No, ne dico solo uno, che per me è in questo momento al top della categoria in provincia: De Carli dell’Union. E mi fermo qui perché altrimenti mi inoltrerei in un ginepraio, da cui non ne uscirei più. Il problema è che all’orizzonte non è che si veda granché a livello giovanile e ciò è principalmente dovuto a due motivi, e qui mi farò forse dei nemici. Il primo motivo potremmo imputarlo alla scarsità di investimenti delle società, che a livello giovanile non danno in mano i portieri a preparatori … preparati (non ho mai capito perché le Società a corto di tale figura tecnica non si consorzino e affidino ad un unico preparatore … vero i loro ragazzi!), il secondo al fatto che gli allenatori troppo spesso pensino al solo risultato e non lasciano crescere in maniera ottimale il giovane portiere, senza caricarlo di responsabilità che alla lunga fanno sì che il giovane lasci.
- E ora spazio ai classici pronostici. A Maggio quale sarà la posizione in classifica del Belluno?
Alla fine dell’andata siamo a due punti dalla salvezza diretta! Spero proprio che possa essere una meta raggiungibile, anche se l’avvio del ritorno con Tamai, Pordenone e Porto Tolle nelle prime quattro giornate non è certo da sonni tranquilli.
- Pensi ci sia una squadra bellunese che più di altre ha le carte in regola per un grande salto? Ripa? Alpago, Plavis?ecc…?
L’Union potrebbe pure farcela, anche se non direttamente perché obbiettivamente la Clodiense appare in grado di portare a termine il campionato in testa. Ma anche altre potrebbero arrivare ai play off: vedo meno possibile una promozione diretta per le squadre che hai citato, senza dimenticarsi di San Giorgio visto ieri a Celarda mi ha fatto un’ottima impressione).
- Chi vincerà il campionato di Seconda Categoria girone R, risposta secca?
Il Pontealpi. (più secco di così!) e così l’amico Charly si toccherà i giusti ammennicoli.
- E per finire fatti una domanda.. e rispondi
Finito di sparare cazzate? Si…

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