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14 aprile 2012

Il prezzo di una vita, il prezzo di una vittoria

di Gwynplaine
Non si rinfacci a questo sfigurato di sfruttare l’emozione del momento, suscitata dalla tragica scomparsa di Morosini. La questione era già stata sollevata. E raccolta, in qualche caso. Ma qui viene da guardare a chi, in provincia, ha tappato l’orecchio.


Lo scorso anno, tra i temi toccati nel corso dell’assemblea delle società di calcio, con la questione della preparazione degli arbitri e delle problematiche fiscali, era stata sollevata anche quella della sicurezza degli atleti. La Figc si era impegnata, ad esempio, ad organizzare specifici corsi sull’uso dei defibrillatori. E effettivamente qualcosa in questo senso, in questi anni, è stato fatto. Qualche stadio è stato adeguatamente attrezzato.
Ma quanti non l’hanno fatto? Ovvero: qual è il livello di sicurezza degli stadi bellunesi? Molto più banalmente: è possibile che per trasportare un giocatore, rimasto ferito in campo, fino all’ambulanza si debba ricorrere ad una panchina in legno perché a bordo campo non c’è nemmeno una barella? Eppure le cronache locali ci hanno raccontato anche questo, e non in Terza categoria, ma tra il calcio che conta, quello che insegue traguardi importanti e spende fior di (centinaia di?) migliaia di euro. Non si vuole crocifiggere nessuno, per carità. Il defibrillatore costa (1500 euro, si legge in queste ore) e non  tutte le società sono in grado di sostenere questa spesa. Forse. Perché anche in questo caso si tratta di stilare una lista di valori. E qui forse c’è da vergognarsi. Quanto spende una società per rimborsi spese? Quanto spende per cene e cenette? Quanto spende per una barella? O per un defibrillatore. Quanto incide, nel bilancio di una società, la voce sicurezza?
Non ci si dica che tanto queste cose succedono solo altrove. Proprio in questi giorni si è ricordato un tragico anniversario, quella della morte di Antonio De Nard. E non si dica che il defibrillatore nel caso specifico non sarebbe comunque servito a niente perché ci sarebbe da sentirsi presi doppiamente in giro.

1 commento:

  1. non posso non ricordare che, e sono in linea con quanto scrive lo sfigurato, un paio d'anni or sono, un'associazione di volontariato della provincia di Belluno, di cui faccio orgogliosamente parte, Vol.A., ha organizzato una serata, che voleva essere la prima ma purtroppo è stata l'unica, nella quale, con il supporto di professionisti del settore, ha cercato di fornire i primi consigli per il primo soccorso in campo, dal piccolo trauma all'arresto cardiaco; presenti, se non ricordo male Salce, Foen, Alpes.... (ci sono le foto sul mio profilo di FB). L'evento è stato pubblicizzato e, a richiesta, sarebbe stato ripetuto. Purtroppo nessun'altra società ha ritenuto utile iscriversi, calcio, pallavolo, rugby..... gli arbitri hanno accennato ma poi non concretizzato, forse perché essendo a titolo GRATUITO ha perso di importanza?
    Un'occasione persa? Forse si.

    Una precisazione sul defibrillatore: non basta averlo a bordo campo serve il personale autorizzato ed in grado di utilizzarlo.

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